Cos’è la gastrite
Si tratta di un’infiammazione gastrica, ovvero dello stomaco, che può rimanere asintomatica o manifestarsi con un bruciore più o meno lancinante, sovente accompagnato da sensazione di nausea ed altri sintomi quali vomito, dispepsia, emorragia ed anoressia. L'infiammazione può essere di tipo cronico o acuto.
Differenza fra gastrite cronica e acuta
La gastrite cronica
A differenza della patologia acuta, la gastrite cronica risulta spesso asintomatica, specie nelle fasi iniziali. L’infiammazione può essere presente già dall’infanzia, ed evolve attraverso vari stadi fino a raggiungere quello di gastrite atrofica, caratterizzata dalla perdita della ghiandole della mucosa a livello dell’antro o del fondo gastrico, o di entrambi [1]. La gastrite cronica non deve essere assolutamente sottovalutata, dal momento che lo stadio atrofico è stato correlato ad un aumento del rischio di sviluppare patologie più gravi quali ulcera e cancro allo stomaco [2].
La patologia ricevette molta attenzione in seguito alla scoperta del batterio Helicobacter pylori, avvenuta nel 1982 da parte di Warren e Marshall [3]. La presenza di questo batterio è infatti la prima causa di gastrite essendo responsabile di più del 90% dei casi di gastrite, con infiammazione a livello dell’antro pilorico, seguita dall’abituale assunzione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).
Le cause della gastrite cronica
H. pylori causa l'insorgenza della gastrite cronica di tipo B, che se evolve nello stadio atrofico promuove lo sviluppo di ulcere e cancro. L’evoluzione della gastrite di tipo B porta all’espansione dell’infiammazione, che partendo dall’antro può raggiungere anche le ghiandole ossintiche del corpo dello stomaco, con conseguente inibizione della secrezione di acido cloridrico (HCl). Questa limita l’assorbimento di alcuni micronutrienti come ferro, calcio, magnesio e zinco e di alcuni farmaci che vengono meglio assorbiti in ambiente acido, e causa la diminuzione della produzione del fattore intrinseco di Castle, necessario per l’assorbimento della vitamina B12, con conseguente sviluppo di anemia perniciosa e rischio di problemi cardiovascolari e neurologici [4]. Viene compromessa anche la produzione di gastrina-17 da parte delle cellule dell’antro. Tutto questo è la conseguenza di una rete di complesse interazioni che si originano tra il batterio e le cellule della mucosa gastrica, che comprendono alterazioni dell’espressione genica, mutazioni, alterazioni epigenetiche [5, 6].
La trasmissione di H. pylori nella popolazione dipende da fattori socio-economici, dall’igiene ambientale, come ad esempio il sovraffollamento domestico e la scarsa igiene culinaria. L’infezione prevale infatti nei paesi in via di sviluppo, mentre è meno presente in quelli sviluppati [7, 8, 9]. Nei soggetti affetti da gastrite cronica n presenza di H. pylori, l’eradicazione del ceppo betterico porta al miglioramento, se non alla cura, del disturbo [10, 11, 12].
L’altra causa di gastrite atrofica è quella cronica di tipo A, dovuta a reazioni autoimmuni scatenate dalla presenza di anticorpi che agiscono contro le cellule parietali (pompe protoniche) e/o il fattore intrinseco di Castle, portando all'iposecrezione di HCl nello stomaco [13, 14]. Questo tipo di patologia colpisce soltanto il fondo ed il corpo dello stomaco, mentre quella di tipo B ha più target. In molti casi i pazienti con gastrite atrofica autoimmune presentano comunque la simultanea infezione da H. pylori [15].
Il tasso di incidenza della gastrite di tipo A aumenta per i pazienti che presentano già alcune patologie di tipo autoimmune, come a livello della tiroide e con diabete mellito di tipo 1 [16].
La gastrite acuta
La gastrite acuta scaturisce in seguito all’esposizione a vari fattori quali il consumo di alcol, l’abuso di farmaci, ustioni, eventi traumatici, che inducono l’infiammazione della mucosa gastrica. Questo stato di stress fisiologico provoca la sintesi di elevati livelli di mediatori chimici come acetilcolina ed istamina che inducono l’aumento delle attività delle pompe protoniche dello stomaco, aumentandone così l’acidità [17]. Spesso la convivenza con tale patologia risulta ardua, per il fatto che interferisce con lo spensierato svolgimento di alcune attività (lavoro, sport, tempo libero) causando talvolta problemi di insonnia. Normalmente la gastrite acuta si risolve eliminando le cause scatenanti.
Indicazioni nutrizionali in caso di gastrite
La misure dietetiche che si devono adottare sono volte alla protezione della mucosa gastrica. L’assunzione di adeguate quantità di acidi grassi della serie omega-3 unita all’assunzione di alimenti contenenti probiotici (yogurt, seitan, etc) possono aiutare a modulare l’infiammazione. Modulare anche le quantità di micronutrienti (ferro, calcio, etc) e vitamine (soprattutto la B12) il cui assorbimento può essere compromesso dalla gastrite e dall’utilizzo di inibitori di pompe protoniche che basificano il lume gastrico. L’assorbimento di alcuni micronutrienti, come il ferro ed il calcio, è infatti favorito dall’ambiente acido. E’ fondamentale imparare a riconoscere quali siano gli alimenti che provocano il peggioramento dei sintomi, e provare ad eliminarli dalla dieta.
Inoltre, la modalità di cottura può essere associata ad un miglioramento dello stato infiammatorio; è meglio utilizzare metodi di cottura semplici (bollitura, vapore, forno, piastra) e ricette poco elaborate, evitando un’alimentazione sbilanciata verso i grassi e le proteine.
Frazionare l’apporto calorico giornaliero in più pasti (2 o 3 spuntini oltre colazione, pranzo e cena) potrebbe aiutare, dal momento che l’impegno digestivo risulta minore. Utile può essere anche masticare a lungo i bocconi.
Infine, resta sempre valido per ogni occasione il consiglio di limitare le bevande alcoliche ed eliminare il fumo.
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